Un delitto avviene nella Milano perbene lasciando perplesso anche il commissario addetto alle indagini. Ma il movente è un falso movente che interesserà i personaggi della Pièce.
Una storia a tinte cupe, senza una linea di demarcazione precisa tra buoni e cattivi, tra vittime e carnefici; una storia messa in scena da personaggi normali, dalle vite ordinarie, fortunate, persino felici, ma costretti, nel volgere di poche ore, a mettersi in dubbio, a confrontarsi con verità dolorose, a porsi domande senza essere pronti ad ascoltare le risposte. L’indagine di polizia, portata avanti in maniera impeccabile da un commissario interessato più alla forma che alla sostanza, rimane sullo sfondo, adombrata dalla psicologia, dalla ricerca del perché, che scava dentro più della pallottola.
Un noir surreale, volto non tanto ad analizzare i fatti e le motivazioni insite dietro al delitto, quanto a immergere lo spettatore negli stati d'animo dei protagonisti. Un viaggio nei desideri, nelle paure e negli istinti dei personaggi che mostreranno il buono e il brutto che c'è in ognuno di noi
Il tutto amalgamato da una regia e da una scenografia surreale, da un gioco di luci a tinte fosche. I colori sbiadiscono, i contorni sfumano, e a poco a poco l’immagine non c’è più, al punto di chiedersi se ci sia davvero mai stata o si sia solo voluto credere che ci fosse.
